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29 dicembre 2012 6 29 /12 /dicembre /2012 19:49

Il fatto è che poter amare, ormai è un lusso.

 

Lentamente la "classe" politica si sta succhiando tutti i soldi e ci ritroviamo con sempre meno soldi.

 

Meno soldi per andare al cinema INSIEME,

 

meno soldi per andare in vacanza INSIEME,

 

meno soldi anche solo per poter pensare un giorno una vita INSIEME.

 

L'uomo ha iniziato la "civiltà" fin da quando ha iniziato a collaborare con altri uomini.  Ma la civiltà è già finita. L'uomo non collabora più.

 

Per avere un posto di lavoro la gente lotta. E quelli prima di noi avevano lottato per poterci dare un lavoro e un futuro e guarda dove siamo. Per poter esprimere la propria opinione la gente lotta, e se la tua opinione è quella giusta, rischi anche di uscirne malconcio.

 

Nelle aule universitarie gli studenti quasi non si aiutano più a vicenda. Si qualcuno ancora fa i gruppi, ma la maggior parte degli studenti sta per conto loro. Diffidenti degli altri.

 

Possibile davvero che la scuola venga vista come una competizione? Un aula, cento persone al massimo. 100 persone su 7 dannatissimi miliardi. 100 persone che se soltanto si aiutassero a vicenda sarebbero privilegiate e invece stanno isolate pensando che del prossimo non ci si deve fidare.

 

Addirittura si può essere "odiati" solo per aver acquistato un libro di testo. Semplicemente perchè c'è chi nemmeno se lo poteva permettere (Oppure aspettava solamente un pretesto per manifestare antipatia. Antipatia per cosa poi?). Ma questo già da tempo. Gradualmente sempre meno persone se lo possono permettere, un libro di testo, e fra un pò neanche andare a scuola sarà più possibile.

 

E pensare che secondo alcuni i libri costano ancora poco, perchè il sapere non ha prezzo. Ma chi vogliamo prendere in giro. I libri scolastici della scuola dell'obbligo fanno cagare. Sono incomprensibili, avrei problemi a imparare anche i rudimenti della matematica da uno di quei libri. (eh si però hanno la copertina carina, le pagine a colori e un errore di stampa ogni 30 righe! Magari poi la casa editrice fa pure un accordo sottobanco per proporre, il suo libro spazzatura)

 

I lupi cacciano in branco, i maiali d'allevamento si litigano la poltiglia che li lanciano dall'alto. Secondo voi a cosa siamo più simili?

 

Gli unici lupi rimasti sono i politici e i potenti (e la mafia e non si sa bene dove finisce la mafia e dove iniziano i potenti, ma qui sta il problema, più che di lupi si tratta di parassiti. I lupi hanno un loro equilibrio con l'ecosistema, i parassiti invece no. Consumano fino a quando sparisce tutto. e poi? Tutti possiamo rubare per avere qualcosa, ma quando non c'è più nulla da rubare che si fa?)

 

Ma ormai siamo scesi a livelli ben peggiori. Non litighiamo solo tra di noi. Litighiamo con gli oggetti.

 

Dannata slot machine sputa denaro!

 

Dannato telefono funziona cos'hai che non va? Perchè non c'è campo?

 

Eddai computer quanto ci metti ad accenderti?

 

Oggetti creati con un unico scopo. Rubarci il tempo.

 

I comici cercano di dipingere un quadro della società. Non ci riescono, dal loro posto, privilegiato aggiungerei, non possono sentire il malessere. I comici sono famosi, hanno denaro. Fanno piangere, non perchè descrivono le cose come stanno, ma perchè le descrivono meglio di quello che sono, le storie a lieto fine fanno sempre scendere una lacrimuccia.

 

Ecco cosa sono i comici, la descrizione di un lieto fine inesistente. Bisognerebbe ripartire da zero ogni tanto.

Annullare il denaro. Lasciare i potenti (che poi raramente riesci a fare tanti soldi in maniera pulita) senza denaro.

 

I prezzi aumentano, e i soldi si concentrano in mano a pochi. La gente lotta, ma alla fine esausta riesce solo a combattere per se stessa e le ideologie si vanno a fare benedire.

La TV poi è il male supremo. Intrattenimento. Uno show, uno spettacolo, pubblicità spettacolari che chissà quanto costano. Un divertimento il cui prezzo non si misura in denaro, si misura in stupore. Oggi ho visto questo in TV, mi ha stupito, ma sono sicuro che domani non mi stupirà più.

 

La realtà perde di valore e si lascia il posto alla finzione. Sempre più raramente la natura può stupirci, e se vivi in città non c'è più nemmeno la natura.

 

Ci si stufa della realtà. Si finisce con il vivere nei sogni, o senza sogni addirittura.

 

Direi che lo Specchio delle Brame è nient'altro che il nostro specchio. Uno stereotipo così vecchio e radicato nelle fiabe che ci raccontavano, ma così attuale.

 

Ma lo specchio almeno, aveva un indubbio vantaggio. Ti mostrava i tuoi sogni. Invece ora è anche peggio. I sogni non sono più i nostri. Sono quelli degli altri, quelli che ci mostrano e non sono mai stati nostri.

 

Il sogno di essere modella, il sogno di essere famoso, la vacanza in quel posto li, oppure la famiglia fatta in quest'altro modo.

 

Ogni pubblicità è un mezzo sogno. Vuole farti desiderare un oggetto, ma ancora peggio sono i film spazzatura. Pieni di sogni (ormai irrealizzabili),

 

e Allora come bambini desideriamo ardentemente quella cosa, e poi una volta ottenuta facciamo di tutto perchè sia solo nostra e non di altri ancora.

 

La Fatal domanda, stereotipo così ricorrente in magnifiche forme diverse, che viene paura a provar a far di meglio. Come si può competere con le proposte che i protagonisti fanno nei film?

 

Più TV guardi meno sei contento della vita che fai. Oh hai fatto questo per me, ma guarda cos'ha fatto "Quello per lei" in "quel film". Perchè tu non lo fai?

 

E allora servono i placebo, i telegiornali, gli speciali e le trasmissioni dove la gente risolve i problemi, perchè senza quelli, la tua vita ti annoia.

 

Ah guarda! li c'è gente che sta peggio di me. Come sono contento, allora mi è andata bene.

 

Tutte Balle. Se ne può fare a meno.

 

Siamo noi a raccontarci delle balle. Nascondiamo la realtà dietro le parole. Ci inventiamo parole nuove per sentire il controllo dove in realtà non abbiamo nessun potere.

 

Perfino i racconti di successo hanno un protagonista che può controllare le cose per mezzo di parole (Harry Potter o Eragon vi dicono nulla?)

 

E' sufficiente che in TV una persona venga chiamata con una parola, perchè tutti gli altri come pecorelle gli diano addosso. Certe parole sono un marchio.

 

La TV ha davvero tante parole, troppe. Persone che parlano, altre che parlano mentre le prime prendono il fiato e ci sono le notizie che scorrono in basso mentre in sovrimpressione c'è anche l'ora attuale e il titolo dell'articolo del TG.

 

E poi ci sono le immagini. Prive di qualunque significato.

 

Forse servono fatti, non parole. Serve una TV con delle pause. Una Tv che dopo il programma delle 15:00 non trasmetta più fino alle 20:00

 

E serve tempo. Tempo per pensare.

 

 

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